Ataf e i 600 permessi sindacali: le sigle replicano all’AU uscente, Gino Fiore

16 Feb 15

Ataf e i 600 permessi sindacali: le sigle replicano all’AU uscente, Gino Fiore

Le dichiarazioni rese dell’amministratore unico uscente di Ataf, Gino Fiore, nel corso de L’Altra Campana circa l’alto tasso di assenteismo nell’azienda di trasporto pubblico locale (un 20% di lavoratori che si assenterebbe oltre il fisiologico, raggiungendo picchi che vanno oltre il 300% rispetto alla media nazionale per una spesa per straordinari a cui sono “costretti” i lavoratori regolari che ammonta ad 800mila euro annui), a cui si aggiungerebbero un picco di oltre il 400% rispetto al godimento della L.104 ed un alto numero di permessi sindacali, non sono piaciute ai sindacati che hanno preso carta e penna e scritto una nota di replica  congiunta. I rappresentanti FILT-CGIL, FIT-CISL, UILT-UIL, UGL, CONFAIL e CISAL si soffermano in particolare sulla questione permessi (100/anno per ogni sigla) ricordando come la cifra sia frutto di un “accordo aziendale sottoscritto nel 2011 in cui il monte ore dei permessi venne già abbattuto del 50%” (altrimenti, si presume, le giornate sarebbero state 200, più della metà di un anno lavorativo) e che, in ogni caso, “nel 2014, su 600 giornate disponibili ne sarebbero state utilizzate solo 460″. “Permessi che – ci tengono ancora a precisare- sono stati utilizzati esclusivamente per le attività sindacali o per presenziare alle riunioni di azienda”. Quindi accusano Fiore di esternazione “intempestiva e priva di fondamento”, che ha cercato di “scaricare su lavoratori e sindacati responsabilità che andrebbero ascritte, invece, a gestioni non propriamente trasparenti e lineari in termini di costi di gestione”. Salutato, infine, “con simpatia”, l’amministratore uscente, si rivolgono al nuovo presidente, Raffaele Ferrandino, ed al Comune di Foggia ricordando di essere in attesa di un incontro su “problematiche mai risolte”. Su tutte, “l’efficientamento della macchina amministrativa e la valorizzazione della filiera della sosta tariffata che rischia di diventare un problema che si abbatterà inevitabilmente solo sui lavoratori”.
Giovanna Greco