Pd: bocciato il limite dei 3 mandati, tutti ricandidati. Scalfarotto:”Persa un’occasione”

Pd: bocciato il limite dei 3 mandati, tutti ricandidati. Scalfarotto:”Persa un’occasione”
Tutto come previsto. La direzione cittadina del Pd boccia il limite dei 3 mandati presentato dal segretario provinciale Raffaele Piemontese e, all’unanimità, ratifica la lista dei 32 candidati consiglieri che correranno per Palazzo di Città. La legge dei numeri d’altronde, era chiaro, era dalla parte del segretario cittadino Mariano Rauseo che sulla presenza dell’uscente Italo Pontone in lista ne ha fatto una questione vitale. Il limite dei 3 mandati avrebbe colpito proprio lui, atteso che altri dem “incriminati” hanno scelto a tempo debito strade diverse: Paolo De Vito avrebbe trovato casa nel Psi di Lello Di Gioia, Raffaele Piemontese, Claudio Sottile e Peppino D’Urso hanno scelto spontaneamente di non ricandidarsi. Ed è proprio questa premessa che rende incomprensibile la scelta di D’Urso di non esprimersi ieri sul limite dei 3 mandati, piuttosto di astenersi, unico a farlo. Per il resto col segretario cittadino si sono schierati in 8. A votare a favore dello stop restano solo in 6. Anche se la lista, poi, viene votata all’unanimità. 13 donne e 19 uomini. Tutti gli uscenti (rimasti in casa dem) ricandidati: Pontone, D’Agnone, Chinni, Dell’Aquila, Clemente, cooptato Gaetano Pedone (ex Puglia Prima di Tutto). Terenzio vira in direzione Leonardo Di Gioia. Torna Michele Salatto. Quindi le new entry: tra le donne, Patrizia Lusi, Rosa Cicolella, Lia Azzarone, Giovanna De Cristofaro, Maria Rosaria De Santis, Angela Fiore; tra gli uomini, Gianluca Ruotolo, Alfonso De Pellegrino, Francesco Pastore, Massimiliano Arena, Lorenzo Frattarolo, Attilio Solimando, Domenico Della Martora. Amareggiato il sottosegretario e leader dei renziani di Capitanata Ivan Scalfarotto. “la direzione ieri ha perso un’occasione” commenta in un comunicato, “chi ha svolto 15 anni di mandato probabilmente ha già dato il meglio di sé”. “Il rinnovamento non consiste nel mettere in lista nuove persone, ma nel garantire a queste nuove energie di non concorrere in condizioni impari. E non è una mattanza, ma la garanzia che la storia di una comunità politica fluisca in armonia e continuità, con un fisiologico passaggio di testimone da vecchie a nuove idee, da vecchie a nuovi metodi, da vecchi a nuovi protagonisti.“ Conclude Scalfarotto “Regole e criteri che correggono questa tendenza possono dare torto a qualcuno nell’immediato. Ma alla lunga danno ragione a tutti.”
Giovanna Greco