Reperti archeologici ed antiche baionette di varie epoche in casa, denunciato quarantasettenne di Mattinata

16 Apr 15

Reperti archeologici ed antiche baionette di varie epoche in casa, denunciato quarantasettenne di Mattinata

Numerosi i reperti archeologici di varie epoche, perlopiù riconducibili al periodo della colonizzazione greca ed antiche baionette, di epoca napoleonica e borbonica, sequestrati a Mattinata, nell’abitazione di un noto commerciante locale denunciato per ricettazione,illecito impossessamento di beni appartenenti allo Stato, illecita detenzione di parti di armi da guerra, nonché per reati edilizi e ambientali. Il variegato numero di reperti, che includono ossa, lastre calcaree, lucerne di varia fattura, manufatti in bronzo e ferro (anelli, bracciali, orecchini, spilli), è il bottino trovato a casa del sedicente “amante dello stile greco” che, come ipotizzato dagli investigatori, aveva portato alla luce tutti quei reperti, sepolti nel suo terreno ubicato in località Montelci. Lì il commerciante aveva realizzato diversi appartamenti mantenendo effettivamente uno stile greco (case bianche con colonne di stile greco ed imposte azzurre) e per collegarli al mare ha effettuato abusivamente una massiccia operazione di sbancamento di parte del costone, estirpando  la vegetazione ivi esistente costituita da macchia mediterranea e alberi di pino d’aleppo. Quando evidentemente l’escavatrice, su un’altura non distante dal mare, ha fatto riaffiorare le lastre calcaree ed il resto, il quarantasettenne, anziché denunciare la scoperta alla Soprintendenza dei Beni Archeologici, ha trattenuto per sé il “malloppo”, sistemandolo con cura nel suo magazzino e nel suo appartamento.
A scoprire quelli che oramai erano divenuti oggetti d’arredamento, sono stati agenti della Polizia di Stato di Manfredonia e del Nucleo investigativo del Corpo Forestale di Foggia, che hanno perquisito le case e le pertinenze del commerciante mattinatese. Tra le armi detenute legalmente, venivano rinvenute antiche baionette appartenenti ad armi da guerra, perlopiù risalenti all’ottocento.
I reperti archeologici, a causa delle dimensioni e della loro fragilità, sono stati trasportati con cautela presso il Commissariato di Manfredonia e per la loro catalogazione ci si è avvalsi di tre archeologi presenti temporaneamente a Manfredonia, due appartenenti all’Università Sapienza di Roma, uno all’Università di Trieste, nominati per l’occasione ausiliari di Polizia Giudiziaria. I predetti reperti, saranno analizzati dal personale specializzato della Soprintendenza per i Beni Artistici e Culturali della Puglia, mentre le parti di armi sequestrate saranno custodite presso la Polizia di Manfredonia, il tutto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente.
I tre esperti fanno risalire  gran parte dei reperti alla cosiddetta colonizzazione greca, termine con cui si definiscono due “ondate colonizzatrici” da parte dei popoli greci prima nel IX sec. a.C. e poi nel V sec. a.C.