Strage migranti, Rizzi, Arci Foggia “E’ il momento del silenzio, ma anche del perché. Senza assoluzioni”

22 Apr 15

Strage migranti, Rizzi, Arci Foggia “E’ il momento del silenzio, ma anche del perché. Senza assoluzioni”

700 morti. Il Mediterraneo, Mare Nostrum, che diventa, per l’ennesima volta, un’immensa fossa comune. E’ il momento del silenzio, del dolore e della comprensione.
Ma è anche il momento di chiedersi – al netto delle strumentalizzazioni, delle boutade, delle polemiche di chi questi uomini e donne non e’ nemmeno capace di chiamarle persone ma immigrati, clandestini, profughi in base al proprio tornaconto – PERCHE’ permettiamo che questo possa accadere. E di chi è la responsabilità di queste stragi. Lo dobbiamo alla memoria di quanti (forse 700, forse 900.. non lo sapremo mai) hanno perso la vita mentre inseguivano il proprio sogno di speranza e di pace e lo dobbiamo anche a noi stessi, che abitiamo la ‘porta dell’Europa’.
Innanzitutto, è utile farsi una domanda semplice e scontata che agli occidentali non piace. Cosa causa questo esodo biblico? Sappiamo che la maggioranza dei migranti che arrivano sulle nostre coste sono africani. E l’Africa è una terra ricca. Demograficamente ricca, e ricchissima di risorse naturali. Una terra però dove, dal tempo delle colonizzazioni, mancano libertà, democrazia, Pace.
Ed è qui che noi abitanti dell’occidente, che viviamo/produciamo/consumiamo in una società governata dall’unico dio che non è morto, cioè il Capitale, entriamo in gioco con la nostra chiara, evidente responsabilità.
Perché l’Europa e l’America delle multinazionali non hanno mai investito sulla popolazione africana ed anzi non possono letteralmente permettere la sacrosanta e giusta indipendenza economica e politica degli stati dell’Africa in quanto non sarebbe più possibile – altrimenti – continuare a sfruttarne le immense risorse distruggendone gli ecosistemi e trattare un continente come una discarica.
Noi non ci possiamo autoassolvere. Non possiamo farlo in nome di quelle vittime (di ieri, di ieri l’altro e – se non facciamo qualcosa – di domani) ed in nome della nostra umanità. Che significa comprensione, consapevolezza, capacità di distinguere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Certo, l’Italia è lasciata sola ad affrontare le conseguenze a volte terribili di questa enorme migrazione. L’Europa non può e non deve permettere che il nostro Paese gestisca da solo questo afflusso di profughi. Ma a parte ciò, è venuto il momento di una presa di coscienza comune che vada oltre una risposta immediata ed impulsiva : dobbiamo iniziare a pretendere – da chi ci governa – Giustizia, Equità, Solidarietà per l’Africa ed il suo popolo. Perché la verità è che se non si è liberi tutti, non lo sarà mai nessuno nessuno. red.ros.marc.//